Il 10 ottobre, al debutto della seconda stagione di Supergirl su The CW, Kara Danvers (Melissa Benoist) ha abbandonato la sicurezza di essere l’assistente di Cat Grant (Calista Flockhart) per esplorare nuove possibilità, mentre nei panni di Supergirl continua a lavorare al DEO (Dipartimenti di Operazioni Extra-normali), proteggendo i cittadini di National City. Avrà anche un po’ di extra aiuto quando farà squadra con Superman (Tyler Hoechlin) per combattere contro nuovi cattivi, mentre cerca di stabilire un equilibrio nella sua vita familiare con gli amici che sono ormai diventati una famiglia per lei.
Durante il TCA Summer Press tour, il produttore esecutivo Andrew Kreisberg ha chiacchierato con Christina Radish della rivista online Collider per discutere di ciò che abbiamo imparato dalla prima stagione, del cross-over musicale, di quanto spesso vedremo Cat Grant, della possibilità per Kara e James Olsen (Mehcad Brooks) di far funzionare la loro relazione, di chi sia Mon-El (Christopher Wood), di avere un approccio più tradizionale alla figura di Superman, di che significato avrà la marziana (Sharon Leal) per J’onn J’onzz (David Harewood), della nuova carriera di Winn (Jeremy Jordan), del Project Cadmus e di come Supergirl stia finalmente diventando lo show che dovrebbe essere.
Cosa puoi dire della storia che racconterete nella seconda stagione?
Non voglio rivelare troppo, però siamo molto emozionati per tutto ciò che stiamo facendo e non vediamo l’ora che tutti lo vedano. Siamo molto grati alla CBS per averci dato la rampa di lancio. Nella prima stagione abbiamo imparato tantissimo sullo show, sul cast e su di noi. Sentiamo che The CW sarà la beneficiaria di tutto quello che abbiamo imparato perché sentiamo davvero di aver portato lo show al livello successivo, creativamente parlando. Semplicemente siamo molto emozionati che tutti lo vedano.
Cosa pensi che possiate fare nella stagione 2 che nella prima non avete fatto?
In un certo senso è quasi come un sequel, e non mi riferisco ad esso come un qualcosa di più oscuro. Se parliamo, per esempio, di Empire Strikes Back in confronto a Star Wars, dato che i personaggi sono stati già introdotti eri in grado di andare più a fondo con essi ed avere più introspezioni, vederli crescere ed imparare. In un certo senso, lo show è un po’ più simile ad un fumetto, con l’aggiunta di Superman ed altre cose che stiamo cercando di inserire, ma è anche diventato più ricco, in relazione ad alcuni personaggi e a ciò che esploreranno in questa stagione.
Già sembrava più che figo e pazzesco che aveste introdotto dei supereroi in TV che vanno in giro in costume e mantello, ma poi avete deciso che farete un episodio musicale. Vi trovate in un punto in cui sentite che tutto è permesso?
Sì! Abbiamo già avuto dei cross-over, che di per sé sono state delle cose pazzesche e non riusciamo a credere che le abbiamo fatte. Adesso, su The Flash, abbiamo dimensioni e linee temporali alternate. Quindi non ci sembra più così tanto pazzesco perché l’abbiamo già fatto. Facciamo cose che accadono in uno show che si ripercuotono su un altro. È questa la cosa divertente dei fumetti, ed è questo che per noi, quando eravamo piccoli, era così fantastico. Persino quando la DC ha fatto “Crisis on Infinite Earths” o la Marvel “Secret Wars”, li hanno fatti apparire come degli eventi enormi, ed è questo che cerchiamo di emulare nei cross-over. Il musical sarà semplicemente fantastico, sarà divertente. È buffo, abbiamo cattivi che possono dividere in due la terra e altri che possono correre alla velocità della luce. Cosa c’è di folle in un cattivo che ti può far pensare che i tuoi amici stiano cantando e ballando davanti a te? Al limite potrebbe sembrare una cosa banale.
Supergirl riguarda un personaggio che ha un’identità segreta, ma ha anche due vite e due carriere distinte. Come stanno le cose in tal senso?
L’anno scorso, per quanto riguardava il DEO, lei era, in un certo senso, solo un’altra agente. Quest’anno avrà più un ruolo da leader e guiderà di più le storie. Inoltre non sarà più l’assistente di Cat Grant, quello l’abbiamo deciso a fine prima stagione. Ciò che lei decide di fare alla CatCo è un cambiamento grande ed eccitante. Di solito ha mostrato i muscoli per far fuori gli alieni, e adesso li mostrerà a livello lavorativo, essendo una giovane donna in carriera con un po’ di autorità e di autonomia. Credo che per lei sarà molto più emozionante, come personaggio, rispetto ad essere semplicemente un’assistente stressata.
Con tutte le belle cose che conseguono con la continuazione dello show su The CW, una delle cose che avete perso è stata la capacità di avere Calista Flockhart come membro fisso del cast. Quante volte la vedremo?
Beh, è nei primi due episodi e stiamo discutendo con lei per farne degli altri. È buffo perché, dalla nostra prospettiva, pensavamo che non ne avrebbe fatto neanche uno. E non perché lei non ami lo show, anzi, lei è una grandissima fan, ma spostarsi a Vancouver… abbiamo presupposto che ci saremmo separati rimanendo amici. Ma lei è così dentro lo show e sente così tanta fedeltà e responsabilità nei suoi confronti che è stata d’accordo a ritornare, quindi noi siamo molto felici. Non ci stiamo concentrando in ciò che non abbiamo, ma in ciò che abbiamo, ed abbiamo avuto l’opportunità di avere Ian Gomez, che interpreta Snapper Carr, che avrà la funzione di supervisore, ed è divertente. Kara ha passato due anni della sua vita ad imparare a fare i conti con le manie, i punti deboli, l’irascibilità e i segnali ambigui di Cat Grant, e quando finalmente ha capito tutto di lei, ecco che viene introdotto un altro capo che è molto diverso da Cat, ha le sue proprie particolarità e non è tanto colpito dal coraggio di Kara come lo era Cat, anche se questa non l’ha mai ammesso. È un viaggio, come quello che fa ognuno di noi. Abbiamo avuto tutti dei capi diversi lungo il corso delle nostre carriere. Proprio quando finalmente senti di aver fatto alla perfezione il tuo lavoro, ti danno una promozione e ti ritrovi dicendo “Non so più cosa sto facendo!”, ed è questo che succederà a Kara in questa stagione.
Kara e James Olsen stavano finalmente iniziando ad essere sinceri riguardo i loro sentimenti l’uno per l’altra. Come stanno le cose per loro nella seconda stagione? C’è tempo per una relazione mentre si cerca di salvare il mondo?
Nei primi episodi della stagione si discuterà sul fatto se questa relazione possa funzionare oppure no. A fine prima stagione si sono sicuramente scambiati un bel bacio e quando riprenderemo entrambi faranno i conti con questo quesito, sia separatamente che insieme.
Cosa ci puoi dire sull’aggiunta di Christopher Wood e di come il suo personaggio si inserirà nelle vicende?
Non vogliamo dire troppo perché stiamo facendo la nostra versione di Mon-El. Ovviamente è un personaggio che proviene dai fumetti ed è molto amato, e noi stiamo mettendo del nostro. La cosa interessante su Mon-El che si unisce ai personaggi è che Kara ha passato tutta la sua vita come qualcuno che ha avuto dei mentori, prima sua madre, poi i Danvers, Superman ed infine Cat. In un certo senso, è sempre stata qualcuno di cui altri si prendevano cura. Adesso Mon-El è appena arrivato. Per quanto lo riguarda, ha vissuto su un altro pianeta fino a ieri e all’improvviso si ritrova sulla Terra e tutto ciò che conosceva è andato perduto, proprio com’era successo a Kara, con la sola differenza che lei ha avuto 12 anni per elaborarlo, mentre lui sta facendo fatica. Quindi adesso tocca a Kara occupare la posizione di mentore. Ironicamente, lo dice persino in un episodio: “Sono stata mandata sulla Terra non per essere un eroe. Non sono stata mandata qui per essere Supergirl. Sono stata mandata qui per proteggere Clark e prendermi cura di lui. Adesso, stranamente, con Mon-El qui, riesco a realizzare quella mia missione originale”. Quindi, in questa stagione, Kara dovrà affrontare una grande opportunità di crescita.
Quanto è stato difficile capire in che modo volevate dipingere Superman, come volevate che fosse la dinamica tra Clark e Kara, e cercare l’attore giusto per affrontare tutto ciò?
Credo che la nostra versione di lui sia un po’ più tradizionale. Sicuramente sarà strano a primo impatto, ma è stato Superman per un po’, quindi in lui c’è un certo grado di esperienza sia come Superman che come Clark. È stato Superman per 12 anni, il che vuol dire anche che è stato Clark Kent per 12 anni. Sa come intervistare qualcuno, sa come tirar fuori la storia dalla bocca di qualcuno. Come sempre con queste cose, non facciamo mai un adattamento diretto di un fumetto specifico, scegliamo le parti migliori e le cose che amiamo. Quindi c’è un po’ del Superman di Christopher Reeves, una dose salutare delle serie animate di Superman, di cui siamo grandi fan, un po’ di Lois & Clark, un po’ di George Reeves ed un po’ di Super Friends. E per quanto riguarda il trovare il tipo giusto, non appena abbiamo detto che avremmo introdotto Superman, Greg Berlanti ha menzionato Tyler Hoechlin. Siamo sui fan da anni e quando ci siamo seduti con lui abbiamo capito che era Superman. Non solo per l’aspetto, ma lui è un così bravo ragazzo, gentile, ed è aperto, diretto e pieno di vita. Ci si sente meglio quando si è attorno a lui, e credo che questo faccia parte del segreto di Superman. È perfetto, ma non in un modo irrealizzabile. Superman dovrebbe farti sentire come se tu potessi fare tutto, anche se è lui quello che può far tutto. E Tyler aveva tutto ciò, ed in abbondanza. Quindi per noi non è stato difficile contattarlo, ma ci chiedevamo se avrebbe detto di sì. Se così non fosse stato, non so cosa avremmo fatto.
Questo show ha un fantastico equilibrio tra supereroi e famiglia, con la relazione tra Kara e Alex che è una perla al centro di tutto. Cosa possiamo aspettarci su quel fronte in questa stagione?
In questi primi episodi c’è tanto. Kara si trova un po’ in mezzo a Clark, che è la sua famiglia, e Alex, J’onn, Winn e James, che rappresentano questa fantastica famiglia che si è costruita per se stessa. Sicuramente sorge del conflitto che mette Kara direttamente in mezzo, e di ciò ne siamo entusiasti.
Che piani ci sono per J’onn J’onzz?
Quest’anno, parte del motivo per cui stiamo portando nello show una marizana è per dare a J’onn una storia ed un percorso emotivo tutti suoi, grazie all’incontro con lei e grazie a questo legame con il suo mondo natio che pensava non avrebbe più avuto. Come continua a ripetere alla gente, lui è stato qui per 300 anni e per la maggior parte isolato. L’anno scorso, grazie alla sua relazione con Alex e con Kara, ha iniziato ad uscire un po’ fuori dal suo guscio e non ha più avuto così paura di mostrarsi per quello che è veramente. Quindi, avendo l’opportunità di interagire con M’gann, avrà una nuova persona con cui condividere la sua esperienza marziana. Crediamo che sarà una storia fantastica.
Siete sorpresi che la gente si sia affezionata tanto a quel personaggio?
No. Se sei fan di Justice League, se sei fan dei fumetti, o se sei fan dei cartoni animati, sai che l’ironia di J’onn è che è colui che assomiglia di più ad un alieno in tutta la Justice League, eppure è l’unico con il cuore più umano. È sempre stato il personaggio che ha avuto un’apertura ed una capacità nei confronti dell’amore ed una tristezza molto convincente. Tutto ciò che abbiamo cercato di fare è stato dar vita a tutto questo nello show. Siamo molto felici che i fan abbiano risposto a questo, e David Harewood ne è stato emozionato. C’era una versione di questo show in cui David sarebbe stato solo Hank Henshaw. Una volta che abbiamo pensato che lui potesse essere J’onn, ci si è aperto davanti un intero mondo di possibilità di cui siamo molto emozionati.
Nella prima stagione sembrava che Winn stesse avendo dei grossi problemi nel trovare se stesso. In questa seconda stagione sarà più sicuro di sé?
Sì. Una delle cose che faremo in questa stagione è far unire Winn al DEO. Ciò gli permetterà di essere chi è realmente, cioè un pensatore intelligente e creativo. E guardare Winn interagire con J’onn e Alex, che sono dei militari severi, abituati a fare le cose in un certo modo, mentre lui ha i suoi momenti comici e spara riferimenti alla cultura pop, sarà molto divertente. Ciò permette a Winn di far maggiormente parte della storia. È uno dei cambiamenti che abbiamo fatto, una delle cose che abbiamo imparato dalla scorsa stagione.
Scaverete più a fondo nel Project Cadmus e cercherete Jeremiah. Cosa succederà?
Cadmus solleva la testa negli episodi di apertura. Trovare Cadmus prende la maggior parte della prima metà di stagione.
Sentite di aver trovato il giusto equilibrio tra storie principali che volete raccontare e il cattivo della settimana?
Sì. Siamo molto orgogliosi della prima stagione di Supergirl, ma ci ha ricordato molto la prima stagione di Arrow. Sapevamo di avere una serie fantastica tra le mani e, una volta ogni tanto, volevamo renderla tale, ma non sapevamo ancora come farlo con coerenza. Sentiamo che quest’anno, almeno creativamente parlando, abbiamo decodificato il codice e stiamo uscendo dagli schemi. È quasi la stessa traiettoria che abbiamo avuto con Arrow, in cui abbiamo iniziato a capire il tutto verso la seconda metà della prima stagione, e siamo usciti dagli schemi in maniera molto forte con la seconda stagione. Le prime stagioni sono sempre difficili. C’era anche la pressione aggiunta di avere la prima supereroina in TV. C’era tanta aspettativa nel pubblico, nel network, nello studio, e anche in noi stessi. C’è voluto un po’ per metterla da parte ed iniziare a raccontare le storie giuste. Nella mia esperienza sono sempre stati gli show a dirmi cosa volevano essere. Adesso, con le storie che stiamo raccontando, Supergirl sta finalmente diventando quello che dovrebbe essere.